Tredicesima uscita

SENTIERO DELLA PACE

Dal Tonale alla Marmolada lungo il fronte della Grande Guerra
• la Linea dei Forti tra storia e natura
• in quota attraverso le gallerie del Pasubio
• Paneveggio la foresta che suona

In allegato ad ogni numero la cartina inedita


Editoriale di Walter Mariotti

PERCHÉ FACCIAMO LA GUERRA

Non servono gli oltre 500 chilometri percorsi quasi tutti in quota. O, forse, non bastano. Quel che ci si porta a casa dall’esperienza di aver percorso anche solo qualche tappa del Sentiero della Pace, oltre alla sana fatica e alla meravigliosa sensazione di aver vissuto sospesi tra roccia, natura e cielo, è la percezione dell’assurdo.

Ma davvero è possibile che, solamente cento anni fa, per tre anni e passa decine di migliaia di uomini, anzi di ragazzi, siano stati spediti quassù di punto in bianco, mal addestrati ed equipaggiati ancor peggio, a fronteggiarsi ammassati in trincee a meno 20 o anche 30 gradi, sotto il sole e sotto la pioggia, macellandosi a vicenda per conquistare (e il giorno dopo spesso perdere) qualche centinaio di metri, una cresta, uno spuntone di roccia? È la domanda che batte il tempo a ogni passo lungo il cammino, ogni volta che dalla bellezza dei panorami che si incontrano, tra laghetti alpini e boschi di abeti, tra il profumo schietto di camino e formaggio delle malghe e il fischio del vento che taglia le dorsali più esposte, lo sguardo e il pensiero incontrano i resti di un contrafforte, la linea di una trincea, o le massicce mura di un forte che ancora porta i segni delle bordate del cannone. Il Sentiero della Pace è una sorta di Via Crucis laica lungo una linea dell’allora frontiera che è diventata un vulnus della storia, una delle espressioni più insensate di quella che già Benedetto XV, il Pontefice di allora, in un’accorata lettera «ai capi dei popoli belligeranti», l’1 agosto del 1917 definì un’«inutile strage ». Le montagne che accolgono e guardano oggi il nostro passaggio, dall’alto della loro vita che si conta in centinaia di milioni di anni, rappresentano il punto di paragone e di riflessione che ci ha interrogato ogni sera, ritirandoci nei nostri giacigli di rifugio. Ma che cosa state facendo, o minuscoli uomini? Ma perché vi affannate a strapparvi brandelli di roccia? Ma perché non alzate lo sguardo e riflettete sulla stupidità di quel che state facendo? Finché non ti trovi quassù, fatichi a capire. Il Sentiero della Pace non è retorica, non è un tributo alla memoria, ma è un incitamento all’umanità. Dovrebbe essere percorso da qualsiasi adolescente non appena entra nell’età della maturità. Perché purtroppo i sentieri dell’assurdo sono ancora tanti, nel mondo.

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