Dal Brennero a Roma mille chilometri attraverso l’Italia delle perle nascoste
• in bici in Valsugana e nel Polesine
• arte, itinerario in 10 capolavori tra Umbria e Lazio
• vini, dai Bianchi Trentini alle cantine di Montefiascone
Un cammino che si snoda per oltre mille chilometri, attraversando due province a Statuto speciale e cinque regioni. Oscilla dai 1.300 metri d’altitudine del Passo del Brennero, circondato da creste alpine – dove il percorso fa il suo ingresso in Italia – e l’orizzonte piatto delle distese di campi del Polesine, dove si scende addirittura sotto il livello del mare. Ci fa attraversare microborghi appenninici di poche anime (e tanta storia), città diversissime per modi e usi (Bolzano, Ferrara, Orvieto, tanto per dare un’idea delle differenze madornali, per non parlare della meta, Roma).
È evidente, quindi, che tutto questo non può essere solo «un cammino». È un’esperienza in avanti e a ritroso nella storia, nella cultura, nella morfologia, nelle anime, nei vizi, nelle sorprese della metà centro-settentrionale d’Italia. La discesa in verticale che la Via Romea Germanica propone – da secoli – è il filo conduttore di un viaggio di scoperta che nei bei tempi andati (quando la geografia era ancora sinonimo di fascino e curiosità, e quando tutte le menti fini d’Europa guardavano all’Italia come fonte di ispirazione alla bellezza e al buon vivere) animava quell’avventura totalizzante che era il Grand Tour: non una vacanza mordi e fuggi di due settimane o poco più, ma una fetta di vita cui dedicare mesi, e sulle cui emozioni e apprendimenti costruire anni di riflessioni. Oggi, certo, non è più così. I tempi della vita contemporanea raramente si conciliano con la possibilità di «staccare» dal mondo per 40, 50 giorni e dedicarsi a imprese di questo tipo. Anche il «turismo lento» deve necessariamente fare i conti con un contesto che comprime i tempi vuoti. Salvo pochi fortunati (o avventurosi, o coraggiosi, chiamateli come volete…), che i mille e passa chilometri li macinano in una sola gittata, percorsi come quello che l’impegnativa Via Romea propone vengono vissuti e gustati a tratti, implicando una programmazione (mentale) di lungo termine, rappresentano la base per fare i conti con le proprie capacità e disponibilità di tempo, ma riescono nel miracolo di non perdere comunque il loro fascino. Si può scegliere di percorrerli per una, due, tre settimane, mettere in fila una serie di tappe e programmare le seguenti per un periodo futuro. Viverla per frammenti, ma con il desiderio – e la cultura – per fare di ogni frammento un tesoro memorabile.